Ci troviamo ad Arquà Petrarca, in una location surreale circondata dai colli e da una vastità di fiori gialli, le ginestre.
Dopo un viaggio in macchina con finale in salita e una pendenza che ti fa sembrare di essere più in montagna che collina, si apre una visuale mozzafiato.
Una prospettiva da Grande Muraglia cinese, fatta di un sentiero che fa proseguire sempre dritto e che non fa capire quando finisce.
Ai lati del sentiero una distesa di giallo che in un secondo mette di buon umore.
Un luogo silenzioso, fatto di aria buona per il cuore.
Ed è proprio qui che si è svolto il servizio di Silvia, che ringrazierò sempre per avermi aperto gli occhi su un luogo che mi era sconosciuto.
Com'è cominciato il servizio fotografico?
Con anticipo, ho avuto modo di attendere Silvia circondata da un tramonto meraviglioso e dalla brezza estiva che dona tanto sollievo non appena il sole caldo se ne va.
Il servizio è cominciato subito con delle foto solo sue, approfittando di un momento per sè mentre il piccolo Elio si stava svegliando dentro la macchina che li aveva portati fin lì.
Finalmente tutto sembrava essere al suo posto: una mamma in dolce attesa, circondata dalla luce della vita, immersa in un angolo naturale dal tocco decisamente femminile.
Il respiro lento, il vento che accarezza i capelli, la luce morbida che illumina le parti giuste e le mani che sfiorano il pancione in attesa di una nuova vita che sta per arrivare.
Tempo per la famiglia
In ogni servizio è importante che ci sia spazio per tutti, sia per la mamma in dolce attesa, sia per tutto il resto della famiglia.
E’ bello anche quando ci si riesce a concedere qualche momento di coppia, perchè sono momenti che non si vivono tanto spesso quando la famiglia si allarga.
Un sorriso, un gesto, una battuta sussurrata all’orecchio e si ritorna ad essere i complici di un tempo.
La prima difficoltà
Quando Elio si è svegliato e ha visto la mamma circondata da due sconosciute (io e la videomaker che mi ha affiancata) non si è dimostrato volenteroso nel volersi fare delle foto.
Appena sveglio, questo è comprensibile.
Ma la cosa è andata oltre a un risveglio “strano”, perchè Elio è un bimbo dolcissimo che non dà subito confidenza e non si lascia andare facilmente.
La mia esperienza con i bambini punta a dimostrare specialmente a loro che tutto deve essere un gioco e che la macchina fotografica è solo un mezzo per giocare insieme.
Ma non tutti i bimbi sono uguali, questo ormai l’ho provato sulla mia pelle.
Perciò quando ho a che fare con bimbi timidi, poco inclini ai sorrisi facili, so di doverle provare tutte per capire così come prenderli per il verso giusto.
Dopo svariati tentativi ho pensato che Elio forse non si sentiva troppo partecipe e coinvolto nel servizio, o in quello che per lui doveva essere un gioco con un’estranea.
Così ho pensato di renderlo consapevole di ciò che stava succedendo, chinandomi verso di lui e mostrandogli ciò che si poteva vedere attraverso la macchina fotografica.
Un ditino per un sorriso
Io stessa ero consapevole del fatto che non si sarebbe mai avvicinato troppo a me per sbirciare nel mirino della mia Canon, e per questo ho attivato la modalità di scatto Live View che permette di vedere il tutto attraverso lo schermo.
E’ bastato solo un ditino e un “fai tu una foto alla mamma e al papà” per distrarlo dall’imbarazzo, donandogli un incarico che se non avessi interrotto, sono sicura che avrebbe portato avanti fino alla fine.
Adattarsi ad ogni situazione
Quello che sembrava essere uno dei mille tentativi, alla fine si è rivelato l’unico in grado di sbloccare la situazione.
Ed è stato così il momento perfetto per fare una passeggiata tutti insieme, deliziando gli occhi con la meraviglia della natura di Arquà petrarca.
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