La famosa post produzione è un tema complementare e importante per chiunque si occupi di fotografia, oltre che un tema discusso parecchio per la vastità di possibilità che questa propone.
Oggi giorno è impensabile non utilizzarla, ed è un qualcosa che si rinnova di continuo, motivo per cui può considerarsi un percorso infinito sempre alla ricerca di quel tocco in più.
La parte più bella è che dona tanta personalità alla fotografia stessa e rientra in uno dei mille modi per esprimersi attraverso la bellissima arte della fotografia.
Cos'è la post produzione a livello tecnico?
In parole semplici post produrre è sinonimo di editare, modificare.
E’ la fase attraverso cui il file digitale che esce dalla macchina fotografica viene bilanciato in termini di colore, esposizione, temperatura e miglioramento della foto sotto diversi aspetti.
Essa ha un potere incredibile perchè può rimanere fedele alla realtà , ma permette anche di stravolgerla completamente. A seconda di come viene usata può avere un impatto leggero o pesante e si può comunicare qualcosa di diverso.
Come avviene la post-produzione?
Partiamo dal concetto che sta dietro alla mia post produzione, che come per tante altre cose può essere diversa da quella degli altri.
Il mio utilizzo leggero ha lo scopo di esaltare ciò che di bello ho già catturato, a partire dalla luce, finendo per i dettagli come la pelle.
La mia è una visione naturale che non stravolge la fisicità dei soggetti e vuole enfatizzare la realtà della scena così com’è, nel tentativo di regalare comunque una situazione visiva piuttosto romantica.
Parlando dei volti, non amo ritoccare troppo l’incarnato perchè mi piace l’idea che ogni soggetto riesca a riconoscersi in foto e possa pensare: “ma allora sono davvero così?”. In questo modo desidero che l’attenzione di chi guarda ricada non sulla pelle, non sul tecnicismo, ma sull’espressione, su ciò che vuole trasmettere l’immagine.
Ovviamente una piccola pulizia della pelle virtuale va sempre fatta, al fine di renderla più omogenea.
Nel pratico uso un filtro che amo e che rispecchia l’idea di luce e di esaltazione di colori che preferisco (che tende al caldo), e successivamente lo bilancio sempre per ottenere ciò che desidero. Una volta bilanciato lo imposto per tutti gli scatti selezionati e passo alla fase della modifica della pelle.
Quindi si deve vedere... oppure no?
La post produzione che preferisco e che più mi interessa è quella che c’è ma non si vede. Quella in cui non sparisce quel neo o quelle lentiggini sul volto che tanto ti caratterizzano, ma che ti dona un viso più luminoso e ti permette di vedere te stessa al meglio.
Esistono chiaramente delle eccezioni e queste si chiamano foto paesaggistiche e foto fine art. Le prime spesso richiedono un’accurata post produzione per esaltare colori e una particolare luce, mentre la seconda si basa molto sulla tecnica perfetta e su una visione del ritratto molto più statica, posata e ricca di dettagli.